ClassicAirframes rivivrà sotto altro nome ...
Leggo su Hyper che lo stesso proprietario del Marchio CA ha ceduto i diritti per lo sfruttamento degli stampi CA alla SpecialHobby. La CA non ha mai fatto stampi direttamente, li ha in effetti sempre fatti fare proprio ai cechi, in gran parte i loro kit sono stati realizzati proprio dalla stessa SpecialHobby/CMK, non a caso in questi ultimi mesi avrete notato che la stessa Special Hobby sta annunciando soggetti che CA aveva già prodotto ... e sono di fatto gli stessi stampi. Però ora con la cessione dello sfruttamento degli stessi ci sarà l apossibilità di rivedere diverse riedizioni interessanti, magari con qualche miglioria nelle parti in resina ... perchè nel modellismo non si butta mai via niente, se penso che in america trovi ancora marchi che vendono kit degli anni 60, purissimi stampi rivettatissimi !!! Tutto torna ... tutto.
E quello che effettivamente viene distrutto è già stato rimpiazzato ... a quando il gran ritorno del kit Aurora del Cheyenne ????
E quello che effettivamente viene distrutto è già stato rimpiazzato ... a quando il gran ritorno del kit Aurora del Cheyenne ????
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Commenti
Quindi trovo un bene che siano di nuovo disponibile certi kit, allo stesso tempo però la notizia non mi fa saltare di gioia più di tanto, avrei preferito vedere nuovi kit, magari non short run, degli stessi soggetti.
Chi invece ci rimarrà male sono quelli che appunto cercano di vendere questi kit a cifre folli su ebay...
:-9
mo' finisco il mio p-40 monogram double faded chocolate e poi vediamo chi osa ancora buttare i monogram nella spazzatura!!! ) :-) :-) :-) :-) :-) :-)
:-L
http://www.modelingtime.com/recon-voodoo-%E2%80%93-rf-101b-dal-kit-monogram-in-scala-148/
E' che quando ci si è fai prendere dalla tecnica della grigliata iberica ... allora comprendo. Ma di per se il positivo non costringe affatto a riunciare alla possibilità di evidenziare le pannellature, si tratta solo di cambiare tecniche rispetto al negativo ... e non stiamo parlando di chissà che tecnologie e perizie necessarie, basta del natro per mascherare che comunque usando l'aerografo usiamo ... e un paio di pennelli e l'aerografo stesso ... tutta roba che abbiamo comunque in casa. Se però uno cià la fissa del negativo ... una fissa però. L'unico aspetto positivo del negativo ;-) è solo quello che si rischia meno di perdere il dettaglio quando dobbiamo ricorrere a operazioni di stuccatura , ma per il resto ... se non fosse per quello ... e infatti in USA, dove ancora la cultura ispanica sfonda con i burritos ma non con la grigliata sulle pannellatura, i Monogram li stravendono ancora nei supermarket, il B17 è un must sugli scaffali e un cult per ogni modellista, anche agli esordi ... tanto lo paghi pochissimo paragonato a quello che offre rispetto ai kit "moderni" più alla moda e in negativo.
Per altro mi ricordo che quando ero adolescente sta cosa del negativo o positivo non era determinante nello stabilire le mie preferenze su un kit ... e già c'erano kit in negativo. Quando presi il P40E Otaki in 48, mi piaceva per le decals offerte nella scatola, la testa di tigre eccezionale come alternativa ... la possibilità di far vedere il motore e l'abitacolo che era molto dettagliato e non solo un pilotino e un seggiolino da issare su due spinotti ! Ma che fosse in negativo non mi aveva poi così colpito ...
poi vabbè c'è anche un altro "popolo" modellistico: quello che copia il modello del cuggino e se l'ultimo ci mette il carrello rovescio anche il popolo ce lo mette rovescio perchè sicuramente in quel veivolo il meccanico aveva fatto uno scherzetto per fregare (si badi ben) il pollo modellista ma al cugggino non scappa nulla!!mai! :-9
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Battute a parte, butto giù un paio di pensieri e commenti a caso...
La scuola spagnola si può applicare anche ai modelli in positivo, non è che sia il negativo per forza che porta ai modelli "grigliati"....
E in america la scuola spagnola ha sfondato eccome, qualcuno si ricorda quel C-130 che era apparso su FSM qualche anno fa ? Modello strapremiato a diverse mostre in USA e che ha diviso modellisti in tutto il mondo da tanto era grigliato (anche se mi è capitato di parlare con chi l'aveva visto dal vivo e diceva che era meno grigliato di quanto sembrasse in foto, ma comunque...).
Poi chiaro che tra i ragazzini che si comprano i monogram a 15 dollari nei supermercati non va la scuola spagnola ma per molti di questi l'aerografo è una cosa che usano quelli che decorano le Camaro dei tamarri, non un attrezzo da modellismo.
I modellisti Americani che si preoccupano di queste cose sono quelli che stanno mantenendo le tante realtà che fanno produrre in Cina come AMK e compagnia e guarda un po', producono tutti in negativo. Così come da molti anni ha prodotto in negativo l'erede della stessa Monogram nei pochi modelli di aerei che hanno fatto negli ultimi 20 anni.
Gli stessi modellisti americani sono anche quelli che hanno reso ricco Verlinden prima (uno che già aveva mostrato la via per il modellismo caricatura decenni fa) e molti spagnoli dopo comprando in quantità i loro prodotti.
Poi che sui forum internazionali gli americani siano spesso pronti a ricordarci di quanto il Monogram del 75 sia meglio di qualunque altro kit dello stesso soggetto uscito dopo, questo è vero. Gli stessi chiaramente dimenticano gli erroracci di tanti altri kit monogram ma se glieli fai notare ti rispondono che sei un contarivetti....
Piaccia o no, il negativo da diversi vantaggi ed è anche più realistico per il 75% dei soggetti. Il fatto di poter facilmente ricrearsi le pannellature dopo la stuccatura sembra una piccola cosa ma alla fine non è poi così piccola. Anche se poi paradossalmente di riparare le pannellature ne hanno bisogno più i vecchi Monogram in positivo che i giapponesi in negativo vista la qualità del fit...
Poi ognuno ha giustamente i suoi gusti, c'è gente che considera vere auto solo quelle senza servosterzo e senza ABS perchè così si formano i veri piloti... io gliele lascio volentieri e dalle classifiche di vendita direi che come me la pensa il 97% del mercato...
La pannellatura in positivo è nata da una facilità di lavorazione dello
stampo in acciaio. Infatti negli anni 50/60/70 la tecnologia a disposizione
prevedeva master in legno, pantografo e frese per lavorare l'acciaio. Era
facile da fare dei solchi nello stampo per fare le pannellature. Poi lo stampo
lo potevi tranquillamente lucidare a specchio e fare i trattamenti termici.
Infatti quegli stampi sono praticamente indistruttibili. Poi però c'era da fare
il dettaglio in negativo tipo lo scasso degli alettoni, il contorno delle porte
che con le tecniche delle frese non era per niente banale lasciare
"creste" sullo stampo con frese e macchine utensili tradizionali.
Quindi in Giappone negli anni 70 si inizia a far ricorso alla tecnologia ad
elettroerosione che però è più costosa dovendo prima realizzare l'utensile in
rame dalla forma del pezzo e poi tramite la macchina di elettroerosione stessa
lavorare l'acciaio. Inoltre ci sono difficoltà nel lappare la superficie dello
stampo e fare i trattamenti termici. Ma all'epoca il Giappone sulla meccanica
fine era avanti rispetto agli altri. I modellisti avevano problemi
nel ripristinare le pannellature perse in positivo, ma alla fine nessuno si
curava più di tanto. Alla fine degli anni '70 si affaccia prepotentemente alla
ribalta Francois Verlinden che mostra a tutti come è importante colorare i
soggetti ed enfatizzare i dettagli. Sui vari cataloghi di Tamiya/ESCI/Italeri
compaiono i suoi capolavori. Per mettere bene in luce pannellature e dare
tridimensionalità ai soggetti la pannellatura in negativo è una delle soluzioni
vincenti. Ci prova subito la Matchbox, ma utilizza tecnologia ad
elettroerosione economica con pannellature da trincea. In quel momento sono
solo i Giapponesi in grado di fare cose di livello e l’unico che si accorge di
questo è il patron dell’ESCI che commissiona una parte degli stampi proprio ai Giapponesi.
I modellisti però non sono ancora pronti a recepire la rivoluzione, così ci
vogliono tutti gli anni ’80, dove si assiste ad una produzione variegata in
negativo e positivo. La stessa ESCI mischia stampi in negativo Giapponesi con
stampi in positivo italiani ed il modellista medio non se ne accorge più di tanto.
Anch’io ho acquistato svariati kit della ditta milanese negli anni '80 e l’ultima
delle cose che guardavo era il tipo di pannellatura presente.
Alla fine degli anni ottanta tutta la produzione Giapponese si concentra sul
negativo e sull'utilizzo della nascente tecnologia CAD/CAM. Tamiya, Hasegawa,
Fujimi escono con prodotti di alto livello assieme a ditte rivoluzionarie come Trimaster.
La Monogram preferisce invece aspettare e non investire sulla costosa tecnologia dell’elettroerosione, anche a causa di problemi finanziari del suo gruppo. Pensa sia solo una moda passeggera. Negli anni 80 continua con i suoi stampi in positivo.
Alla fine degli anni ’80 però il dado è tratto. Verlinden oltre a mostrare come si dipingono i soggetti inizia a produrre set di dettaglio e fotoincisioni, i detail set che si sposano bene con i nuovi stampi Hi-Tech giapponesi ed i colori Gunze/Tamiya ad aerografo.
Negli anni ’90 le tecniche di evidenziare le pannellature in negativo e la facilità di gestirle sono tali che chi continua sulla vecchia strada è ormai fuori mercato. Nel ’95 anche la Monogram presenta il primo kit in negativo.
A questo punto è storia recente quando gli Spagnoli con Mig Jmenez capiscono che le tecniche di colorazione e di invecchiamento possono essere divulgate a tutti (e quindi non gelosamente tenute segrete come fino a quel momento dai grandi modellisti) riuscendo anche a camparci sopra.
Quindi come vedi il passaggio tra positivo e negativo lo hanno “chiesto" i modellisti e non certo le ditte produttrici le quali sarebbero ben felici di ritornare al positivo! Però le tecniche pittoriche sono diventate (giustamente) sempre più predominanti questo grazie a Verlinden e Jmenez che assieme a tanti altri modellisti hanno permesso di diffondere tali tecniche. Sono stati bravi anche perché hanno fatto di questo un loro business come ovviamente altre ditte modellistiche.
Comunque aspetto sempre la rivoluzione a pannello sovrapposto, inciso e positivo a seconda di quella che è lamiglior resa in scala, che un modello per me deve sempre avere qualche pannello sovrapposto, qualcuno in negativo, bulllonature e rivetti in positivo, ecc, ecc ... insomma, come il vero.
* forse anche di più mi pare 3000 lire un g91matchbox contro 35k dell'f-14 hase...differenza pazzesca
Comunque il discorso sul negativo è degli anni '70. La ESCI di Dino Coppola
fece un accordo con la Suntak ditta poco nota al grande pubblico ma che
produceva stampi per Hasegawa, Fujimi ed ESCI. La ESCI mise in catalogo il
primo stampo in negativo nel 1978 il Mirage F.1.
Come ti dicevo, i stampi costavano molto di più, parola di Dino Coppola che
ho avuto modo di parlare molte volte, rispetto alla classica produzione in
positivo. Il motivo è quello che ti ho esposto in precedenza. Tieni presente
che i modelli a cavallo degli anni '70/80 della Tamiya, ovvero Harrier, A-10,
ecc. erano in positivo (e sono ancora nel loro catalogo!).
Quindi perchè i Giapponesi sono andati ad investire su tecnologie più
costose ? Bhè il motivo è molto semplice: veniva richiesto dai modellisti!
Il passaggio è stato poi graduale, come in tutte le cose. Gli altri
produttori continuavano nella loro strada perchè tanto vendevano comunque, come
la Monogram. Poi la tecnologia ad elettroerosione ed il CAD/CAM hanno permesso
di raggiungere dettagli molti più elevati della tecnologia tradizionale e
quindi si ha avuto il sorpasso.
Per quanto riguarda l'Italeri, loro hanno iniziato a produrre stampi in
negativo verso la metà degli anni '90 quando si sono comperati la tecnologia
necessaria (elettroerosione), mentre prima lavoravano con i pantografi. Questo
perchè il mercato ormai chiedeva insistentemente il negativo. La ESCI purtroppo
incappò nella disgraziata vendita alla ERTL e le battaglie finanziarie
all'interno del gruppo.All'epoca non si sapeva nulla perchè non c'era internet,
ma quegli stampi dovettero rivolgersi alla Lee Coreana che non aveva certo la
tecnologia della Suntak giapponese.
quanto ad Italeri dovrei vedere di che anni sono gli stampi del Kfir e il B58, kit in negativo fra i primi mi pare ... allo stesso tempo però viaggiavano pure con roba in positivo. I kit dell'AH1W, dell'Apache mi pare siano poco antecedenti il Kfir, però forse contemporanei al B58 ... ho i cataloghi di quel periodo per poter verificare, ma non sotto mano ora ... non so se già l'Hercules fosse in negativo come pannellature, non l'ho mai avuto ... comunque sempre interessanti ste cose, che segnano una evoluzione storico culturale
Ecco, il Phantom ACADEMY nuovo manca dell'anima.Sarà quella plastica in 10 colori diversi che ricorda la matchbox, sarà perchè rispetto ai kit Hasegawa non sono stati capaci di migliorare alcune aree importanti come scarico e abitacolo ma al Phantom Academy manca qualcosa.
Il c-130 di cui parlavate era questo?: LINK
Adesso hanno fatto vedere anche le stampate e qualcosa di carino sembra esserci.
:-D
Mi fermo a quel livello perchè le descrizioni di lotte folli per inserire interni in resina Aires nei Phantom mi hanno fatto capire che non ne vale la pena.
..
ma il mio era più un discorso legato al veivolo, prendi il capo scrondo gnat :-D se lo fai con il canopy aperto l'unica cosa su cui cade l'occhio è proprio il cockpit e in 1/48 x ottenere un effetto giocattolo oob ci si mette un attimo (a meno che uno non sia un manico con la colorazione)
mentre se prendi un fw190 anche se lo fai aperto vedi il nulla al confronto...
:-9
Che abbiano esagerato con la rappresentazione delle resine e accessori lo capisci perchè la seconda o terza domanda successiva è quella in cui si chiede, scusa che modello hai detto che stai facendo?
Non è stupidità, è proprio che il modello di partenza di solito è sepolto tra gli accessori e non lo vedi nemmeno, è quasi come in quei disegni che girano su internet ultimamente che ti invitano a cercare il gatto tra gli orsi e via così.
Del resto poi di tutta sta accessoristica una percentuale manco la riesci ad usare ... ho dei fogli fotoincisi con dettagli che sono talmente assurdi fotoincisi ... fai prima a farteli da solo con qualche tondino di sprue o sprue filato a caldo che a staccarli , pulirli e poi la peggio cosa, tentare di attaccarli con attak ! Che poi il patoccio di attak è più evidente che non il particolare aggiunto ! Sarà che in 72 sono cose piccolissime ... ma veramente sti produttori esagerano con certi dettagli, che faranno il foglietto strafigo, ma poi è più complesso usare quelli che non farseli da soli in plastica, che si attaccano più facilmente e spesso sono più realistici, perchè la levetta o il tubicino non sono piatti, sono a sezione circolare ... per cui fotoincisi non vanno bene ! Comunque noi modellisti siamo ossessionati dal dettaglio ... chi fa aftermarket lo sa e sfrutta certe nostre debolezze ... non si può resistere al vano radio in fusoliera anche se non aprirai mai il portello per farlo vedere ! Questa irresistibile leggerezza dell'ossessisione !
Dopo tutto c'è chi trova eccitante sapere che la propria compagna quella sera alla festa non porta le mutandine ... secondo me è lo stesso sta fissa per il dettaglio che poi non vede nessuno, però tu sai che c'è ... a dispetto delle mutandine che non ci sono !