ClassicAirframes rivivrà sotto altro nome ...

modificato agosto 2016 in L'aeroclub (in topic)
Leggo su Hyper che lo stesso proprietario del Marchio CA ha ceduto i diritti per lo sfruttamento degli stampi CA alla SpecialHobby. La CA non ha mai fatto stampi direttamente, li ha in effetti sempre fatti fare proprio ai cechi, in gran parte i loro kit sono stati realizzati proprio dalla stessa SpecialHobby/CMK, non a caso in questi ultimi mesi avrete notato che la stessa Special Hobby sta annunciando soggetti che CA aveva già prodotto ... e sono di fatto gli stessi stampi. Però ora con la cessione dello sfruttamento degli stessi ci sarà l apossibilità di rivedere diverse riedizioni interessanti, magari con qualche miglioria nelle parti in resina ... perchè nel modellismo non si butta mai via niente, se penso che in america trovi ancora marchi che vendono kit degli anni 60, purissimi stampi rivettatissimi !!! Tutto torna ... tutto.
E quello che effettivamente viene distrutto è già stato rimpiazzato ... a quando il gran ritorno del kit Aurora del Cheyenne ????
 

Commenti

  • modificato agosto 2016
    Si concordo. Non ho mai visto stampi buttati in Fonderia perchè superati. E nel passato sono stati fatti recuperi "famosi" come i kit della Delta recuperati in un rottamaio.
    Quindi i soggetti CA saranno di nuovo in pista, vista la varietà dei soggetti. Da vedere se verranno riproposti tali e quali con molto resina e fotoincisioni, oppure aggiornati con parti realizzate ex-novo a sopperire alle varie mancanze di questi short-run stile anni '90. Però tutto sommato ne ho visti pochi costruiti, evidentemente la difficoltà ha fatto desistere molti modellisti, anche se presenti nei rispettivi magazzini.
  • Credo che un aggiornamento possa essere probabile nelle parti in resina ( il cui stampo è sicuramente andato per tanti soggetti ) e per le quali anche i cechi si sono evoluti ( per esempio mentre prima i motori te li davano stampati scomposti, pistone per pistone _ nei radiali ofo course_ oggi tendono ad economizzare sia il loro lavoro che il nostro, dantoti un pezzo unico tutto quanto ... è solo un esempio ), poi non è detto che non decidano di fare pure qualche stampatina in plastica, ma dati i costi credo che la cosa sia più improbabile rispetto la prima ... hanno la parte generale in plasticona, il resto in resina e fotoinciso con spesa modica, aggiornabile ... peccato che un F4F non sia fra le cose migliori, un bel 48 mi sarebbe piaciuto rivederlo ... nonostante la sicura complessità del montaggio.
     
  • Mi viene da ridere anche al pensiero di gente che vendeva il Re2001  a cifre intorno ai 60/80€ se nn di piu(qualcuno me l'ha anche proposto a 120€ avendo saputo la mia passione per il soggetto),quando gli facevi notare che era fuori mercato.. ti dicevano.. ma è un CA ed è introvabile....
  • Negli anni '90 certi modelli della ESCI erano battuti a prezzi da collezionisti e non si trovavano da nessuna parte. Poi gli stampi sono arrivati alla Italeri che li sta ristampando da oltre 15 anni ed oggi gli ESCI stranamente si trovano ancora a prezzi più che ragionevoli.
  • Ho scritto in passato e lo ribadisco, i kit CA sono stati un grande successo perchè hanno messo a disposizione degli appassionati dei soggetti che nessun produttore "mainstream" avrebbe mai affrontato in 1/48. In questo Bringuier è stato un precursore per certi versi, visto che oggi tante altre ditte stanno facendo lo stesso appoggiandosi a produttori cinesi nello stesso modo in cui CA si era appoggiata ai cechi. Allo stesso tempo l'eccitazione per la comparsa di questi soggetti ha fatto tralasciare un po' il fatto che non solo non sono kit facilissimi ( e questo volendo è anche il meno) ma diversi sono anche kit abbastanza raffazzonati come linee e altro. In più sono figli della loro era, la stessa Special Hobby oggi fa di molto meglio.
    Quindi trovo un bene che siano di nuovo disponibile certi kit, allo stesso tempo però la notizia non mi fa saltare di gioia più di tanto, avrei preferito vedere nuovi kit, magari non short run, degli stessi soggetti.
    Chi invece ci rimarrà male sono quelli che appunto cercano di vendere questi kit a cifre folli su ebay...
    :-9
  • Cercasi disperatamente CR42 e G55 CA della prima tiratura ... per bieca speculazione modellistica, conto di rivenderli a breve placcati oro a Dubbbbai ... tramite mio cugggggino
  • Il 2001 l'ho avuto per 25 !
  • sono i classici kit di una certa complessità, che almeno al tempo offrivano soggetti che mai nessuno prima e che si pensava pure mai nessuno poi ... ma dati i tempi di tutti che divergono notevolmente fra il tempo del montaggio ( lento ) e quello dell'acquisto ( rapidissimo, basta un clic ! ) sono pure quei soggetti destinati a rimanese in scatola per poi essere evenduti insieme ad altre centinaia di pezzi dalla figlia, nipote, vedova, ecc ... che pur di riacquistare spazio in garage/cantinola/mansarda se ne libera tutto in blocco per 200 € ... così finiscono in mano a negozianti dell'usato sicuro che li hanno pagati forse un paio di € e te li rivendono a seconda dei casi e di quanto se ne intendono da 10 € in su ... mi diceva un negoziante collezzionista che solo poche settimane fa aveva rilevato la collezione di un expilota deceduto tempo fa, la figlia non sapeva che farsene, avevano venduto la casa del padre e a casa sua tutta quella roba non ci stava ... 600 scatole in massima parte FROG, conservate benissimo, che sono state comprate per qualche € l'una e rivendute non dico a peso d'oro, ma sicuramente con larghissimo guadagno ... perchè ste cose le piazzi pure a 10 € ai collezionisti, una cifra bassa per loro e per te tutto di guadagnato se hai pagato ste cose, 1,2 o 3 € massimo ! E' così che funziona e andando avanti sarà sempre più così, fino alla fine, quando ne rimarrà soltanto uno !!! 
  • Caproni CA 133, acc... ho sperato fino all'ultimo che la CA lo facesse in 1/48.
    Ora solo i cinesi  possono aspirare a tanto:-P
    Tex
  • modificato agosto 2016
    Parole sante caro Giovanni! Molte collezioni di scatole vanno a fine nell'indifferenziata prima o poi oppure fanno la fortuna di abili negozianti. E' così. Alcuni anni fa Enzo Maio sulle pagine di ModelTime parlava proprio di questo e dell'Overdose di modelli, set di dettaglio, decals, ecc.. mostrando appunto che l'unica cosa che manca e che non si può comprare facilmente è il tempo. Ho conosciuto dei modellisti che costruiscono vintage anche uno alla settimana, rigorosamente da scatola (originale) a pennello e senza tanti patemi e alla fine il modello non dispiace. Si vedono soggetti che certi modellisti non affronterebbero neanche sotto tortura.

    Ritornando ai CA penso che al di là di alcuni soggetti, non siamo più negli anni '90 dove questi short-run andavano via come il pane. Se non intervengono seriamente e non rifanno certe parti in plastica iniettata, io penso che oggi avranno un appeal decisamente più basso che all'epoca. Io, ad esempio oggi non li compererei, troppo complessi da costruire.

    Alla fine anch'io mi sono ricreduto. Davanti ad un vecchio Monogram da reincidere e da correggere hai il cinese o il giapponese, che ha clonato il Monogram e portato in negativo e corretto quà e la. Alla fine prendi lo stampo nuovo, recuperi delle parti dal vecchio Monogram e lo costruisci senza diventare matto. Le parti utili del vecchio kit americano si utilizzano il resto si usano per far prove ed esperimenti, il resto finisce nella spazzatura. E' così, è solo plastica!
  • modificato agosto 2016
    monogram nella spazzatura!!?????? ahhhhhrg miscredenti!! :-9
    mo' finisco il mio p-40 monogram double faded chocolate e poi vediamo chi osa ancora buttare i monogram nella spazzatura!!!  :o) :-) :-) :-) :-) :-) :-)
  • modificato agosto 2016
    Partendo dal concetto che anche i Monogram sono dei pezzi di plastica ed il resto è solo nostalgia, mi piacerebbe che dopo che avrai completato il P-40B della Monogram (lo avevo molti anni fa e l'ho poi regalato) acquistassi l'ultimo della Airfix e lo facessi anche quello. Poi mi piacerebbe sapere le tue impressioni, se era meglio il Monogram o il new tool!
  • guarda che stavo scherzando e non sai quanto ho rosikato quando ho scoperto a metà lavoro che stava uscendo l'airfix...
    :-L
  • modificato agosto 2016
    Si si lo so, ma i modellisti sono persone nostalgiche, me compreso. A volte bisogna sfatare il mito della plastica "croccate" e di "annata". Si tratta pur sempre di un prodotto industriale dove il valore è quello insito in ogni porodotto, ovvero nei materiali e nell'ingegneria.
    Certo che i Monogram erano kit di livello elevato negli anni '60 e '70 e si sono fatti un nome tra i modellisti dell'epoca. A volte la visione di questi ci porta con la mente a periodi felici dell'adolescenza quando si pasticciava allegramente con colle e si sniffava Humbrol. Oggi purtroppo questi modelli mostrano tutti i loro limiti
    Esempio in scala 1/48. Nel tempo ho sostituito tre modelli Monogram con altrettanti Hasegawa, ovvero P-39, P-40 e Typhoon. I kit dell'Hasegawa sono in pratica clonati dagli americani, si possono costruire con metà fusoliera ed ali Hasegawa e metà Monogram. Tutto combacia perfettamente anche le pannellature. Poi però le incisioni in negativo sono decisamente migliori sui giapponesi (positivo non sempre all'altezza sugli americani) e gli interni a volte inesistenti sui Monogram. Anche l'assemblaggio sui giapponesi era stato migliorato. Quindi alla fine i Monogram escono perdenti rispetto a stampi rifatti. Rimangono ancora validi sui plurimotori, perchè non c'è alternativa. Alla fine dopo aver recuperato i pezzi che ti servono dai Monogram cosa fai di loro ? Io li uso per fare prove tanto nessuno vuole comperare pezzi di stampate e poi come tutta la plastica andrà a finire nella differenziata. Tanto, come dice giustamente Giovanni, questa sarà la sua fine a lungo termine!
  • num me toccare il P39 Monogrammmmmmmmmmmmmmmmm ... è un kit eccellente pure oggi, anche se lo puoi fare solo nella versione iniziale, P400 , forse manco un D arrivi a farci con i pezzi della scatola ( per via dell'elica e del ruotino diversi ), ma rimane un kit eccellente, e anche come fit direi che è assolutamente molto buono, non va via quasi niente delle pannellature per altro pure queste direi buone ... insomma, non mi toccare il P39 ... certo che se invece parliamo di Hellcat, Corsair, Spitfire MkIX , Bf109E e Fw190A ... e altri della WWII quanto meno, che furono i primi ... beh, la secondo me pure la nostalgia serve a poco ... ma non mi toccare il P39, forse uno dei migliori kit Monogram di sempre, moderni inclusi ...
     
  • Si è vero, io ho la versione aggiornata della Pro Modeller. Però è pur sempre in positivo e rispetto all'Hasegawa (che l'ho pagato circa 25 euro anni fa) è sicuramente meglio il giapponese.
    Il modello sicuramente è buono, ma come fai oggi a costruirlo in positivo ? Pannellature messi in evidenza come ?
    Lo devi reincidere e a questo punto vai di Hasegawa è già tutto in negativo ed è il clone del Monogram. Insomma Giovanni, alla fine caschiamo sempre lì.
  • modificato agosto 2016
    Non vorrei che questo si trasformasse in una "guerra di religione". Personalmente non mi baso mai sui bravissimi modellisti, perché non fanno testo. Ricordo che anche Pigliapoco aveva presentato un kit Monogram con le pannellature in positivo evidenziate con il sistema del grattare il colore (su plastica scura). Sono tutte tecniche da maestro, non si conciliano con il "popolo" modellistico. Il positivo crea ormai solo problemi a partire dalla impossibilità di reincidere pannelli andati perduti, rifarli ex-novo o aggiustare parti andate perdute a seguito di struccature. Anche le ormai consolidate tecniche di evidenziatura delle pannellature non possono essere facilmente utilizzate.
    Insomma saranno pure eccezzionali questi Monogram ma essendo in positivo ormai hanno fatto il loro tempo. Poi a chi piacciono ancora la Revell li ristamperà ancora per molti e molti anni ...
  • modificato agosto 2016
    pannellature messe in evidenza in positivo ... di tecniche per enfatizzare la pannellatura anche in positivo ce ne sono da sempre ( e non necessariamente quella dell'affioramento per abrasione della vernice scura precedentemente stesa, che magari è un po' complessa, o meglio, complessa per chi abbia non troppa pazienza e mano ) da quanto i kit nessuno sentiva la necessità di reinciderli e leggevi su Aereimodellismo le entusiastiche recensioni di Maio quando usciva un kit Monogram "con dettaglio in fine positivo", a quei tempi un dettaglio segnalato come positivo !!! E era dopo tutto solo qualche decennio fa, mica secoli ...
    E' che quando ci si è fai prendere dalla tecnica della grigliata iberica ... allora comprendo. Ma di per se il positivo non costringe affatto a riunciare alla possibilità di evidenziare le pannellature, si tratta solo di cambiare tecniche rispetto al negativo ... e non stiamo parlando di chissà che tecnologie e perizie necessarie, basta del natro per mascherare che comunque usando l'aerografo usiamo ... e un paio di pennelli e l'aerografo stesso ... tutta roba che abbiamo comunque in casa. Se però uno cià la fissa del negativo ... una fissa però. L'unico aspetto positivo del negativo   ;-) è solo quello che si rischia meno di perdere il dettaglio quando dobbiamo ricorrere a operazioni di stuccatura , ma per il resto  ... se non fosse per quello  ... e infatti in USA, dove ancora la cultura ispanica sfonda con i burritos ma non con la grigliata sulle pannellatura, i Monogram li stravendono ancora nei supermarket, il B17 è un must sugli scaffali e un cult per ogni modellista, anche agli esordi ... tanto lo paghi pochissimo paragonato a quello che offre rispetto ai kit "moderni" più alla moda e in negativo.
    Per altro mi ricordo che quando ero adolescente sta cosa del negativo o positivo non era determinante nello stabilire le mie preferenze su un kit ... e già c'erano kit in negativo. Quando presi il P40E Otaki in 48, mi piaceva per le decals offerte nella scatola, la testa di tigre eccezionale come alternativa ... la possibilità di far vedere il motore e l'abitacolo che era molto dettagliato e non solo un pilotino e un seggiolino da issare su due spinotti ! Ma che fosse in negativo non mi aveva poi così colpito ... 
  • modificato agosto 2016
    Se per tecniche consolidate si considera dare una mano di colore, buttare un po di sbobba(certificata dop) sulle incisioni e pulire con uno straccetto ok sicuramente ci si mette meno che non usare mascherine...però dubito che quello sia il vero popolo, il vero popolo secondo me quando ha dato una mano di colore con spruzzatore cinese o addirittura a pennello e attaccato le decals senza alcun trasparente come si faceva una volta è già bello contento ;-) poi daccordissimo che oramai il positivo ha fatto la sua epoca e va benissimo il negativo/pannelli sovrapposti etc.. ci mancherebbe...
    poi vabbè c'è anche un altro "popolo" modellistico: quello che copia il modello del cuggino e se l'ultimo ci mette il carrello rovescio anche il popolo ce lo mette rovescio perchè sicuramente in quel veivolo il meccanico aveva fatto uno scherzetto per fregare (si badi ben) il pollo modellista ma al cugggino non scappa nulla!!mai! :-9
  • In effetti hai ragione Lucio, il popolo prende un aerografo da 350 €, spruzza da 30 cm di distanza, rigorosamente rispettati, il colore sopra e poi via di lucido, anzi, oggi di future, e poi decals ... opacizzante e vaiiiiiiiii, è fatta ! il popolo è pure quello che fa la fortuna dei vari produttori grossi ... se non ci fosse quel popolo avrebbero chiuso da un pezzo ...
  • miki68 ha detto:

    Partendo dal concetto che anche i Monogram sono dei pezzi di plastica ed il resto è solo nostalgia,


    image
  • gmarcat ha detto:

    miki68 ha detto:

    Partendo dal concetto che anche i Monogram sono dei pezzi di plastica ed il resto è solo nostalgia,


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    :-9 :-9
    Graziano ti capisco, anche per te i Monogram sono un credo!
  • Come detto in passato, datemi un gratta e vinci che funzioni poi compro i vecchi stampi monogram, anzi solo uno, quello del Phantom (1/72 e 1/48) e li faccio fare in negativo dai cinesi. Fallirò di sicuro ma fallirò contento.
  • gmarcat ha detto:


    gmarcat ha detto:

    Come detto in passato, datemi un gratta e vinci che funzioni poi compro i vecchi stampi monogram, anzi solo uno, quello del Phantom (1/72 e 1/48) e li faccio fare in negativo dai cinesi. Fallirò di sicuro ma fallirò contento.

    Non ti preoccupare, che i cinesi lo rifanno sicuramente!
  • Ma che, lo stampo Academy del Phantom vi fa così schifo ???
    :-D

    Battute a parte, butto giù un paio di pensieri e commenti a caso...
     La scuola spagnola si può applicare anche ai modelli in positivo, non è che sia il negativo per forza che porta ai modelli "grigliati"....
    E in america la scuola spagnola ha sfondato eccome, qualcuno si ricorda quel C-130 che era apparso su FSM qualche anno fa ? Modello strapremiato a diverse mostre in USA e che ha diviso modellisti in tutto il mondo da tanto era grigliato (anche se mi è capitato di parlare con chi l'aveva visto dal vivo e diceva che era meno grigliato di quanto sembrasse in foto, ma comunque...).
    Poi chiaro che tra i ragazzini che si comprano i monogram a 15 dollari nei supermercati non va la scuola spagnola ma per molti di questi l'aerografo è una cosa che usano quelli che decorano le Camaro dei tamarri, non un attrezzo da modellismo.
    I modellisti Americani che si preoccupano di queste cose sono quelli che stanno mantenendo le tante realtà che fanno produrre in Cina come AMK e compagnia e guarda un po', producono tutti in negativo. Così come da molti anni ha prodotto in negativo l'erede della stessa Monogram nei pochi modelli di aerei che hanno fatto negli ultimi 20 anni.
    Gli stessi modellisti americani sono anche quelli che hanno reso ricco Verlinden prima (uno che già aveva mostrato la via per il modellismo caricatura decenni fa) e molti spagnoli dopo comprando in quantità i loro prodotti.
    Poi che sui forum internazionali gli americani siano spesso pronti a ricordarci di quanto il Monogram del 75 sia meglio di qualunque altro kit dello stesso soggetto uscito dopo, questo è vero. Gli stessi chiaramente dimenticano gli erroracci di tanti altri kit monogram ma se glieli fai notare ti rispondono che sei un contarivetti....

    Piaccia o no, il negativo da diversi vantaggi ed è anche più realistico per il 75% dei soggetti. Il fatto di poter facilmente ricrearsi le pannellature dopo la stuccatura sembra una piccola cosa ma alla fine non è poi così piccola. Anche se poi paradossalmente di riparare le pannellature ne hanno bisogno più i vecchi Monogram in positivo che i giapponesi in negativo vista la qualità del fit...
    Poi ognuno ha giustamente i suoi gusti, c'è gente che considera vere auto solo quelle senza servosterzo e senza ABS perchè così si formano i veri piloti... io gliele lascio volentieri e dalle classifiche di vendita direi che come me la pensa il 97% del mercato...
  • modificato agosto 2016
    pannellature messe in evidenza in positivo ...... Quando presi il P40E Otaki in 48, mi piaceva per le decals offerte nella scatola, la testa di tigre eccezionale come alternativa ... la possibilità di far vedere il motore e l'abitacolo che era molto dettagliato e non solo un pilotino e un seggiolino da issare su due spinotti ! Ma che fosse in negativo non mi aveva poi così colpito ... 

    La pannellatura in positivo è nata da una facilità di lavorazione dello
    stampo in acciaio. Infatti negli anni 50/60/70 la tecnologia a disposizione
    prevedeva master in legno, pantografo e frese per lavorare l'acciaio. Era
    facile da fare dei solchi nello stampo per fare le pannellature. Poi lo stampo
    lo potevi tranquillamente lucidare a specchio e fare i trattamenti termici.
    Infatti quegli stampi sono praticamente indistruttibili. Poi però c'era da fare
    il dettaglio in negativo tipo lo scasso degli alettoni, il contorno delle porte
    che con le tecniche delle frese non era per niente banale lasciare
    "creste" sullo stampo con frese e macchine utensili tradizionali.

    Quindi in Giappone negli anni 70 si inizia a far ricorso alla tecnologia ad
    elettroerosione che però è più costosa dovendo prima realizzare l'utensile in
    rame dalla forma del pezzo e poi tramite la macchina di elettroerosione stessa
    lavorare l'acciaio. Inoltre ci sono difficoltà nel lappare la superficie dello
    stampo e fare i trattamenti termici. Ma all'epoca il Giappone sulla meccanica
    fine era avanti rispetto agli altri. I modellisti avevano problemi
    nel ripristinare le pannellature perse in positivo, ma alla fine nessuno si
    curava più di tanto. Alla fine degli anni '70 si affaccia prepotentemente alla
    ribalta Francois Verlinden che mostra a tutti come è importante colorare i
    soggetti ed enfatizzare i dettagli. Sui vari cataloghi di Tamiya/ESCI/Italeri
    compaiono i suoi capolavori. Per mettere bene in luce pannellature e dare
    tridimensionalità ai soggetti la pannellatura in negativo è una delle soluzioni
    vincenti. Ci prova subito la Matchbox, ma utilizza tecnologia ad
    elettroerosione economica con pannellature da trincea. In quel momento sono
    solo i Giapponesi in grado di fare cose di livello e l’unico che si accorge di
    questo è il patron dell’ESCI che commissiona una parte degli stampi proprio ai Giapponesi.

    I modellisti però non sono ancora pronti a recepire la rivoluzione, così ci
    vogliono tutti gli anni ’80, dove si assiste ad una produzione variegata in
    negativo e positivo. La stessa ESCI mischia stampi in negativo Giapponesi con
    stampi in positivo italiani ed il modellista medio non se ne accorge più di tanto.

    Anch’io ho acquistato svariati kit della ditta milanese negli anni '80 e l’ultima
    delle cose che guardavo era il tipo di pannellatura presente.

    Alla fine degli anni ottanta tutta la produzione Giapponese si concentra sul
    negativo e 
    sull'utilizzo della nascente tecnologia CAD/CAM. Tamiya, Hasegawa,
    Fujimi escono con prodotti di alto livello assieme a ditte rivoluzionarie come Trimaster.

  • La Monogram preferisce invece aspettare e non investire sulla costosa tecnologia dell’elettroerosione, anche a causa di problemi finanziari del suo gruppo. Pensa sia solo una moda passeggera. Negli anni 80 continua con i suoi stampi in positivo.

    Alla fine degli anni ’80 però il dado è tratto. Verlinden oltre a mostrare come si dipingono i soggetti inizia a produrre set di dettaglio e fotoincisioni, i detail set che si sposano bene con i nuovi stampi Hi-Tech giapponesi ed i colori Gunze/Tamiya ad aerografo.

    Negli anni ’90 le tecniche di evidenziare le pannellature in negativo e la facilità di gestirle sono tali che chi continua sulla vecchia strada è ormai fuori mercato. Nel ’95 anche la Monogram presenta il primo kit in negativo.

    A questo punto è storia recente quando gli Spagnoli con Mig Jmenez capiscono che le tecniche di colorazione e di invecchiamento possono essere divulgate a tutti (e quindi non gelosamente tenute segrete come fino a quel momento dai grandi modellisti) riuscendo anche a camparci sopra.

    Quindi come vedi il passaggio tra positivo e negativo lo hanno “chiesto" i modellisti e non certo le ditte produttrici le quali sarebbero ben felici di ritornare al positivo! Però le tecniche pittoriche sono diventate (giustamente) sempre più predominanti questo grazie a Verlinden e Jmenez che assieme a tanti altri modellisti hanno permesso di diffondere tali tecniche. Sono stati bravi anche perché hanno fatto di questo un loro business come ovviamente altre ditte modellistiche.

     

    Per chiudere questo lungo discorso, il progresso modellistico ha portato a scartare a priori stampi in positivo e vecchie tecniche. La scuola spagnola giustamente ha permesso di avere prodotti di uso semplice per fare quello che un tempo solo i grandi maestri erano in grado di fare. E il negativo è il suo alleato.
    Il positivo, come molti kit della Monogram, purtroppo non sono più al passo con i tempi. Questa è la realtà.
  • non ho ben compreso cosa centrino nel discorso negativo e positivo Verlinden i chi l'ha poi rimpiazzato negli anni ... anche perchè a fare del negativo un must sono stati i giapponesi e il loro fortissimo mercato, credo che se fosse dipeso da noi gaijin continueremmo a montare kit mix dei due sistempi in stile A4 Esci o positivo o negativo ... però c'è stato un momento nella Storia del modellismo in cui i Giapponesi si sono imposti come gli unici produttori prolifici di novità, guarda caso in negativo, perchè il loro mercato sicuramente quello chiedeva, e questo fatto ha poi inflienzato tutti i produttori ... c'è stato un momento, direi attorno ai primi anni 90, in cui gli unici produttori di modelli erano i giapponesi, Hasegawa in particolare ... tutti gli altri marchi erano in grossa crisi, Revell riciclava i vecchi stampi o se li faceva fare in Korea con una qualità non così esaltante, Heller e Airfix erano al tracollo se non già cadute, Monogram ormai quasi scomparsa ... certo poi c'era Italeri che iniziava a dedicarsi un po' di più ai soggetti aeronautici  ... ma i produttori erano giapponesi, Hasegawa su tutti, Tamiya mi pare dovesse ancora iniziare a fare sul serio ... e i kit Hasegawa erano guarda caso innegativo. Fu in quel passaggio che il modellista occidentale comprese il vantaggio, grazie anche ad una richiesta di maggior dettaglio che andava dagli interni per finire agli interni ... più pannelli c'erano e meglio era. Prima i vecchi kit cui eravamo abituati credo avessero il 30 % del dettaglio esterno effettivo ... per me è quello il periodo di passaggio chiave. Esci stava o aveva appena chiuso, facendosi rilevare gli stampi da Ertl ... e scadendo in qualità dei kit e del negativo.
         
  • ricordo sempre fra gli anni 80 e i 90 che uscirono due kit del Tomcat nuovissimi. Uno era l'Italeri, l'altro l'ESCI/Ertl ... presi prima il kit Italeri, rimanendone però un po' deluso perchè era guarda caso in positivo ( ero ormai già passato alla sponda di quelli che viziati dalle incisioni ESCI ritenevano altra qualità quelle incisioni ) e con una serie di semplificazioni che ricordo non mi convincevano troppo. Così aspettati con trepidazione l'uscita del nuovissimo ESCI, per altro era uno dei kit della nuova gestione da cui non so per quale motivo mi aspettavo grandi cose ( non sapevo niente di cosa fosse ERTL, sia chiaro, mi illudevo che fosse la ESCI a comandare ancora ) ... e invece fu una grandissima deluzione. Il negativo stile ESCI era stat sostituito da un altro negativo, però negativo come negativo   :-9, tutt'altro che fine e preciso, tutt'altro che profondo e nitido, insomma tutt'altro ... poi anche qua semplificazioni varie ... fu una vera delusione anche perchè per qualche motivo ( probabilmente una mia personale interpretazione di qualche scritto di Enzo Maio recensore ) mi ero fatta l'idea ( poi sfatata negli anni ) che sicuramente un kit di un soggetto trova nell'ultima uscita e realizzazione la miglior replica ( e invece no, Italeri smentì questo assioma più volte negli anni a venire, e non solo Italeri, ma al tempo Italeri che poco costava era spesso comprata come marchio ). Poi arrivò comunque il nuovo Hasegawa e quasi contemporaneo il Fujimi, o prima uno e poi l'altro, ricordo uscirono comunque molto vicini come tempistiche, almeno come disponibilità qua da noi. E ora uscirà il Tamiya nuovo in 72 e probabilmente pure un AMK ... vedremo se questi scalzeranno il venerando Hasegawa ( che ragazzi, ridi e scherza è un kit che ha già almeno 20/25 annetti sulle spalle, mica un giovincello... )

    Comunque aspetto sempre la rivoluzione a pannello sovrapposto, inciso e positivo a seconda di quella che è lamiglior resa in scala, che un modello per me deve sempre avere qualche pannello sovrapposto, qualcuno in negativo, bulllonature e rivetti in positivo, ecc, ecc ... insomma, come il vero.  
  • modificato agosto 2016
    anch'io ricevetti un italeri 1/72 tomcat e lo costruii con molto rosik interiore...erano i tempi in cui non si aveva una lira in tasca e nei rientri del primo anno di superiori si andava nel migliore negozio di modellismo bellunese (estinto pure quello), solomini e facendosi amico il negoziante si riusciva a a poter aprire le scatole hasegawa..quella del gattone: opera d'arte impossibile ..soprattutto da comperare(*), con gli stessi soldi si compravano 7-8 matchbox e ahimè non si riusciva mai a raccimolare tanta grana,  la pila non esisteva, si sfornavano modelli..(o meglio croste colossali) ... come i panettieri!! :-D

    * forse anche di più mi pare 3000 lire un g91matchbox contro 35k dell'f-14 hase...differenza pazzesca
  • Comunque il discorso sul negativo è degli anni '70. La ESCI di Dino Coppola
    fece un accordo con la Suntak ditta poco nota al grande pubblico ma che
    produceva stampi per Hasegawa, Fujimi ed ESCI. La ESCI mise in catalogo il
    primo stampo in negativo nel 1978 il Mirage F.1.

    Come ti dicevo, i stampi costavano molto di più, parola di Dino Coppola che
    ho avuto modo di parlare molte volte, rispetto alla classica produzione in
    positivo. Il motivo è quello che ti ho esposto in precedenza. Tieni presente
    che i modelli a cavallo degli anni '70/80 della Tamiya, ovvero Harrier, A-10,
    ecc. erano in positivo (e sono ancora nel loro catalogo!).

    Quindi perchè i Giapponesi sono andati ad investire su tecnologie più
    costose ? Bhè il motivo è molto semplice: veniva richiesto dai modellisti!

     

    Il passaggio è stato poi graduale, come in tutte le cose. Gli altri
    produttori continuavano nella loro strada perchè tanto vendevano comunque, come
    la Monogram. Poi la tecnologia ad elettroerosione ed il CAD/CAM hanno permesso
    di raggiungere dettagli molti più elevati della tecnologia tradizionale e
    quindi si ha avuto il sorpasso.

  • modificato agosto 2016

    Per quanto riguarda l'Italeri, loro hanno iniziato a produrre stampi in
    negativo verso la metà degli anni '90 quando si sono comperati la tecnologia
    necessaria (elettroerosione), mentre prima lavoravano con i pantografi. Questo
    perchè il mercato ormai chiedeva insistentemente il negativo. La ESCI purtroppo
    incappò nella disgraziata vendita alla ERTL e le battaglie finanziarie
    all'interno del gruppo.All'epoca non si sapeva nulla perchè non c'era internet,
    ma quegli stampi dovettero rivolgersi alla Lee Coreana che non aveva certo la
    tecnologia della Suntak giapponese.

  • Non intendevo dire che il negativo nasce negli anni a cavallo fra gli ottanta e in novanta, intendevo dire che si afferma come standard da quella data. La stessa Hasegawa aveva già da tempo in catalogo kit che erano in negativo, anche se diverso da quello poi affermatosi ( più leggerino il primo negativo Hase ) - un esempio il kit in 72 del P40E/N - stampo per altro che ancora oggi è la miglior scelta per tale soggetto , in attesa che Airfix ... ma tornando a noi - allo stesso tempo sfornava kit in positivo. Il Ki43 per esempio era in positivo, pur essendo un kit posteriore al P40 o al P47, altro kit in negativo. In sostanza in quel periodo, siamo nei primi anni 80 Hasegawa non aveva ancora standardizzato nel negativo la produzione ... ricordate il Phantom F4B in 48, il primo o uno dei primi della famiglia che poi fu realizzata praticamente tutta in negativo ... sicuro ci fu una scelta commerciale dovuta alla domanda interna nippon per kit con questa "nuova ma in realtà vecchia" caratteristica del negativo , scelta che poi si impose e allargò ovunque. Che alla ESCI siano stati degli innovatori in diverse cose poi è altra cosa nota, non solo nel negativo che ricordo al tempo era "stile ESCI " non a caso, e non stile Hasegawa !!! Ma erano appunto i primi anni 80, se come riporti uno dei primi è stato l'F1in 48, ma poi i vari 72, l'F4E/N in 48 e diversi altri ... 
    quanto ad Italeri dovrei vedere di che anni sono gli stampi del Kfir e il B58, kit in negativo fra i primi mi pare ... allo stesso tempo però viaggiavano pure con roba in positivo. I kit dell'AH1W, dell'Apache mi pare siano poco antecedenti il Kfir, però forse contemporanei al B58 ... ho i cataloghi di quel periodo per poter verificare, ma non sotto mano ora ... non so se già l'Hercules fosse in negativo come pannellature, non l'ho mai avuto  ... comunque sempre interessanti ste cose, che segnano una evoluzione storico culturale


  • Giorgio N ha detto:

    Ma che, lo stampo Academy del Phantom vi fa così schifo ???
    :-D

    Ecco, il Phantom ACADEMY nuovo manca dell'anima.
    Sarà quella plastica in 10 colori diversi che ricorda la matchbox, sarà perchè rispetto ai kit Hasegawa non sono stati capaci di migliorare alcune aree importanti come scarico e abitacolo ma al Phantom Academy manca qualcosa.

    Il c-130 di cui parlavate era questo?: LINK
  • In una visita alla Italeri nel 2013 ho visto macchine utensili ed elettroerosione dei primi anni '90.
  • modificato agosto 2016
    gmarcat ha detto:


    Giorgio N ha detto:

    Ma che, lo stampo Academy del Phantom vi fa così schifo ???
    :-D

    Ecco, il Phantom ACADEMY nuovo manca dell'anima.
    Sarà quella plastica in 10 colori diversi che ricorda la matchbox, sarà perchè rispetto ai kit Hasegawa non sono stati capaci di migliorare alcune aree importanti come scarico e abitacolo ma al Phantom Academy manca qualcosa
    gmarcat ha detto:

    Aspetta che arrivi quello della Zukei Mura ...

  • Ho scaricato ogni immagine che ho trovato del Nuovo Phantom Zoukei, dal solito modellone grigio che gira da due anni alle mostre non si capisce molto.
    Adesso hanno fatto vedere anche le stampate e qualcosa di carino sembra esserci.

  • Non capisco perchè vi entusiasmate così tanto per questo ZM, quando il prossimo anno esce il Tamiya, veramente non capisco ... mah !
    :-D
  • modificato agosto 2016
    miki68 ha detto:

    gmarcat ha detto:

    Aspetta che arrivi quello della Zukei Mura ...

    Io difatti ho resistito all'academy anche se penso che ormai x chi è stato contagiato dalla black box mania di un tempo o aires & friends di oggi sarà impossibile costruire un phantom in 1/48 oob senza un cockpit in resina o per lo meno 2 seggiolini quickboost...davvero una deformazione grave...
  • La Resinite è riscontrabile in vari stadi: io sono appunto allo stadio 1, resinite sedilare acuta, se un modello ha disponibile un bel sedilino in resina lo compro.
    Mi fermo a quel livello perchè le descrizioni di lotte folli per inserire interni in resina Aires nei Phantom mi hanno fatto capire che non ne vale la pena.

  • dremel micro e passa tutto  ..a parte 135 banane in meno ... :o)
  • gmarcat ha detto:

    La Resinite è riscontrabile in vari stadi: io sono appunto allo stadio 1, resinite sedilare acuta, se un modello ha disponibile un bel sedilino in resina lo compro.
    Mi fermo a quel livello perchè le descrizioni di lotte folli per inserire interni in resina Aires nei Phantom mi hanno fatto capire che non ne vale la pena.

    Ultimamente ho diminuito molto l'uso degli accessori: fotoincisioni solo quando veramente necessario ed utilizzo resine se il kit di partenza è scarso (molto) di dettaglio. Altrimenti via da scatola.
    Vedo in certi forum che molti per fare qualsiasi modellosi dotano di almeno due container di accessori ed aftermarket e quando gli dici che lo hai fatto da scatola ti guardano come fossi un poveretto.
    Personalmente ritengo che i kit attuali non hanno veramente bisogno di grandi set di dettaglio, un seggiolino o qualche piccolo accessorio e basta. E' inutile tanto dettagliare parti che non si vedranno mai!

  • modificato agosto 2016
    a me fanno morire quelli che iperdettagliano tutto (anche con un certo manico) e poi colorano a spennellate a mano stile anni '70 ! :-O cioè la ciliegina quando manca la torta
    ..
    ma il mio era più un discorso legato al veivolo, prendi il capo scrondo gnat :-D se lo fai con il canopy aperto l'unica cosa su cui cade l'occhio è proprio il cockpit e in 1/48 x ottenere un effetto giocattolo oob ci si mette un attimo (a meno che uno non sia un manico con la colorazione)
    mentre se prendi un fw190 anche se lo fai aperto vedi il nulla al confronto...
  • miki68 ha detto:

    In una visita alla Italeri nel 2013 ho visto macchine utensili ed elettroerosione dei primi anni '90.


     Sara' strano, ma non sono sorpreso...
  • Saranno state le stess che vidi nell'inverno 2008/9 ... immagino. Con i dettagli delle pannellature fatti a pantografo a mano !!! E per di più semplificandoli, per ragioni di economia e di tecnica. Ricordo che stavano lavorando al RE 2000 in 72, al tavolo c'era l'ala in lavorazione. Come riferimento tecnico avevano pure i disegni corretti, tratti da Ali d'Italia con i disegni di Brioschi che erano pure giusti come dettagli. Però il pannellino era con le estremità arrotondate, mentre loro lo stavano incidendo quadrato perchè era più facile così !!! E' che al tempo giravo ancora senza l'UZI sotto la giacca, per cui non potei che prendere atto di questo sacrilegio ... oggi agirei diversamente !  
    :-9
  • miki68 ha detto:



    Vedo in certi forum che molti per fare qualsiasi modellosi dotano di almeno due container di accessori ed aftermarket e quando gli dici che lo hai fatto da scatola ti guardano come fossi un poveretto.

    Esatto, volevo dirlo ma ho evitato, ora posso unirmi anch'io a questa osservazione: certe foto di inizio progetto sui forum (mi spiace dirlo, troppe volte forum italiani) iniziano con la foto "io ce l'ho più grosso" ovvero il kit che nemmeno si vede nascosto tra un centinaio di euro di resine e di ogni accessorio di dettaglio, spesso anche due fogli di decal aggiuntive perchè non si sa mai.....
    Che abbiano esagerato con la rappresentazione delle resine e accessori lo capisci perchè la seconda o terza domanda successiva è quella in cui si chiede, scusa che modello hai detto che stai facendo?
    Non è stupidità, è proprio che il modello di partenza di solito è sepolto tra gli accessori e non lo vedi nemmeno, è quasi  come in quei disegni che girano su internet ultimamente che ti invitano a cercare il gatto tra gli orsi e via così.

  • modificato agosto 2016
    ma daiiiiiiiii, veramente, spassosa sta cosa ... è che non ho il tempo di circuitare in tutti sti posti ... molto divertente.
    Del resto poi di tutta sta accessoristica una percentuale manco la riesci ad usare ... ho dei fogli fotoincisi con dettagli che sono talmente assurdi fotoincisi ... fai prima a farteli da solo con qualche tondino di sprue o sprue filato a caldo che a staccarli , pulirli e poi la peggio cosa, tentare di attaccarli con attak ! Che poi il patoccio di attak è più evidente che non il particolare aggiunto ! Sarà che in 72 sono cose piccolissime ... ma veramente sti produttori esagerano con certi dettagli, che faranno il foglietto strafigo, ma poi è più complesso usare quelli che non farseli da soli in plastica, che si attaccano più facilmente e spesso sono più realistici, perchè la levetta o il tubicino non sono piatti, sono a sezione circolare ... per cui fotoincisi non vanno bene ! Comunque noi modellisti siamo ossessionati dal dettaglio ... chi fa aftermarket lo sa e sfrutta certe nostre debolezze ... non si può resistere al vano radio in fusoliera anche se non aprirai mai il portello per farlo vedere ! Questa irresistibile leggerezza dell'ossessisione !
    Dopo tutto c'è chi trova eccitante sapere che la propria compagna quella sera alla festa non porta le mutandine ... secondo me è lo stesso sta fissa per il dettaglio che poi non vede nessuno, però tu sai che c'è ... a dispetto delle mutandine che non ci sono !
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